CIAO!
Nell'ultimo periodo ho riflettuto e mi sono interessata molto dei diritti umani, e quando in libreria ho visto questo libro, non ho saputo resistere!
"Non sognavo la libertà quando fuggii dalla Corea del Nord. Non sapevo nemmeno cosa volesse dire essere liberi".
8 anni e a casa da sola con la sorella a combattere contro fame, buio, paure e incertezze.
13 anni e la decisione più difficile ma importante della sua vita: fuggire o rinunciare alla sua ricerca della felicità? Rischiare la sua vita e quella di tutta la sua famiglia, o rimanerle semplicemente accanto?
15 anni e ha già affrontato cose che anche una persona adulta farebbe fatica a superare.
17 anni e alla ricerca di riprendere in mano la sua vita, alla ricerca di una motivazione e di una forza che la aiuti a vivere: leggere, studiare, imparare, conoscere. Conoscere tutto quello che le era stato impedito sapere, tutto quello che in Corea del Nord non sapeva esistesse neanche lontanamente.
Leggendo le sue parole mi sono trovata più di una volta ad immaginare come possa essere la vita ora là, a Hyesan, mentre ho l'elettricità che mi permette di vedere i tasti che premo su questo computer, con la pancia che non è mai stata davvero vuota, i miei vestiti lavati e profumati e nel caldo della casa che è mia, e non dello stato. Ho un futuro davanti e la possibilità di crearmelo, e dopo aver letto questo libro, me ne sento in colpa.
Io che ho tutto questo, consapevole di tutto, come faccio a vivere senza rimorsi?
Come faccio a restare seduta a pensare alle mie piccole grandi preoccupazioni mentre anche solo fuori dalla mia porta ci sono persone hanno affrontato l'inimmaginabile per riuscire ad avere anche solo un decimo di quello che ho io?
E nonostante tutto questo spaventi persone, nonostante tutti noi diamo per scontate libertà di decisione, opinione, parola e di associazione, credo ci sia il bisogno di consapevolizzarsi su ciò che abbiamo e che un giorno potremmo ipoteticamente non aver più.
Sei nato nel Sud? Bene, finisci in "carcere rieducativo", e con te le tue prossime tre generazioni e tutti i tuoi famigliari.
L'articolo di Shin, anche lui "disertore" nordcoreano è un'altra dichiarazione delle terribili crudeltà che vivono persone come noi a 21 ore di volo di distanza.
E tutto questo per cosa? A nome di Kim Jong-un, dittatore del Paese che sembra più concentrato a dettare norme senza senso (capelli corti per tutti, solo partite del Manchester United in televisione, solo per citarne alcune) e sentenze di morte a caso: ha fatto ammazzare lo zio e, stranamente, la zia che voleva sapere di più sulla morte, è morta avvelenata. Da notare: secondo la sua legge, dal momento che suo zio era stato condannato traditore, anche lui dovrebbe essere condannato.
Sono e resterò sempre dell'opinione che i bambini dovrebbero avere la possibilità di vivere la loro infanzia con giochi, sorrisi, canzoni, fantasia e spensieratezza, e non di certo dovendo imparare a contare con i "bastardi americani" che muoiono o credendo che uno stato del genere sia il paradiso in confronto a quello che c'è oltre il confine. (http://www.corriere.it/reportage/esteri/2014/io-ex-detenuto-vi-racconto-come-la-vita-nei-campi-della-morte-della-corea-del-nord/)
(Ho apprezzato molto le foto che hanno inserito a metà del libro, che aiutano a immaginare tutti i personaggi meglio!)
Veronica
♥
Nell'ultimo periodo ho riflettuto e mi sono interessata molto dei diritti umani, e quando in libreria ho visto questo libro, non ho saputo resistere!
La mia lotta per la libertà
- Yeonmi Park -
Bompiani editore
pagine 297 - € 18,00
"Non sognavo la libertà quando fuggii dalla Corea del Nord. Non sapevo nemmeno cosa volesse dire essere liberi".
8 anni e a casa da sola con la sorella a combattere contro fame, buio, paure e incertezze.
13 anni e la decisione più difficile ma importante della sua vita: fuggire o rinunciare alla sua ricerca della felicità? Rischiare la sua vita e quella di tutta la sua famiglia, o rimanerle semplicemente accanto?
15 anni e ha già affrontato cose che anche una persona adulta farebbe fatica a superare.
17 anni e alla ricerca di riprendere in mano la sua vita, alla ricerca di una motivazione e di una forza che la aiuti a vivere: leggere, studiare, imparare, conoscere. Conoscere tutto quello che le era stato impedito sapere, tutto quello che in Corea del Nord non sapeva esistesse neanche lontanamente.
Leggendo le sue parole mi sono trovata più di una volta ad immaginare come possa essere la vita ora là, a Hyesan, mentre ho l'elettricità che mi permette di vedere i tasti che premo su questo computer, con la pancia che non è mai stata davvero vuota, i miei vestiti lavati e profumati e nel caldo della casa che è mia, e non dello stato. Ho un futuro davanti e la possibilità di crearmelo, e dopo aver letto questo libro, me ne sento in colpa.
Io che ho tutto questo, consapevole di tutto, come faccio a vivere senza rimorsi?
Come faccio a restare seduta a pensare alle mie piccole grandi preoccupazioni mentre anche solo fuori dalla mia porta ci sono persone hanno affrontato l'inimmaginabile per riuscire ad avere anche solo un decimo di quello che ho io?
E nonostante tutto questo spaventi persone, nonostante tutti noi diamo per scontate libertà di decisione, opinione, parola e di associazione, credo ci sia il bisogno di consapevolizzarsi su ciò che abbiamo e che un giorno potremmo ipoteticamente non aver più.
Sei nato nel Sud? Bene, finisci in "carcere rieducativo", e con te le tue prossime tre generazioni e tutti i tuoi famigliari.
L'articolo di Shin, anche lui "disertore" nordcoreano è un'altra dichiarazione delle terribili crudeltà che vivono persone come noi a 21 ore di volo di distanza.
E tutto questo per cosa? A nome di Kim Jong-un, dittatore del Paese che sembra più concentrato a dettare norme senza senso (capelli corti per tutti, solo partite del Manchester United in televisione, solo per citarne alcune) e sentenze di morte a caso: ha fatto ammazzare lo zio e, stranamente, la zia che voleva sapere di più sulla morte, è morta avvelenata. Da notare: secondo la sua legge, dal momento che suo zio era stato condannato traditore, anche lui dovrebbe essere condannato.
Sono e resterò sempre dell'opinione che i bambini dovrebbero avere la possibilità di vivere la loro infanzia con giochi, sorrisi, canzoni, fantasia e spensieratezza, e non di certo dovendo imparare a contare con i "bastardi americani" che muoiono o credendo che uno stato del genere sia il paradiso in confronto a quello che c'è oltre il confine. (http://www.corriere.it/reportage/esteri/2014/io-ex-detenuto-vi-racconto-come-la-vita-nei-campi-della-morte-della-corea-del-nord/)
(Ho apprezzato molto le foto che hanno inserito a metà del libro, che aiutano a immaginare tutti i personaggi meglio!)
Veronica
♥
L'avevo adocchiato in libreria e mi ispirava molto!
RispondiEliminaMerita davvero!
EliminaSe puoi, leggilo.
Buon anno :)